Gli effetti di Lucca Comics & Games sugli editori

Non esiste un posto migliore del Lucca Comics & Games per chi fa l’editore di fumetti.

Facciamo un passo indietro e spieghiamo come funzionano le cose nel fantastico mondo del fumetto italiano.

L’editore produce un fumetto ad un costo X

Lo mette sul mercato ad un costo Y

Come lo mette sul mercato?

  • Attraverso un distributore ad un costo di Y meno la percentuale dovuta per il servizio che chiameremo Z pari, poco più o poco meno al 50% di Y
  • Sul suo personale shop online ad un costo di Y meno la percentuale di sconto che deciderà di fare, normalmente tra il 15% e il 25% più le spese di spedizione che certe volte sono gratuite.
  • Alle fiere di settore come Lucca Comics & Games alle quali l’editore venderà il suo prodotto al prezzo pieno di Y

E’ facile capire perché all’editore convengano le fiere. Quelle grosse però. Quelle da 270.000 ingressi. Perché può vendere il suo prodotto a prezzo pieno ottenendo il massimo del profitto. Certo, per essere in fiera, l’editore affronterà delle spese, ma in assoluto il gioco vale la candela

Quali sono gli effetti negativi di questa rosea situazione e come mai alla fine a pagare il conto debbano essere sempre le fumetterie?

Negli ultimi anni gli editori hanno basato quasi totalmente il loro programma editoriale sul Lucca Comics. Cosa vuol dire? Che, ad esempio, su 10 libri in catalogo ben 7 vengono messi in commercio in concomitanza con il periodo di fiera. Quasi sempre vendute in esclusiva perché i tempi di programmazione non permettono una distribuzione in libreria né prima né tantomeno immediatamente dopo. Perché? Perché molti di questi libri sono edizioni limitata da fiera, molti di questi libri vengono esauriti in fiera, molti di questi libri anticipano la loro pubblicazione per la fiera in quantità limitata per poter essere distribuiti solo dopo qualche settimana nelle librerie.

Un fenomeno allarmante se si considera l’insieme del mercato librario italiano che sopravvive tra paradossi distributivi e concorrenza sleale che coinvolge tutti ma proprio tutti i protagonisti del settore. Le librerie chiudono ogni giorno. Misurare lo stato del mercato del fumetto in Italia considerando solo Lucca Comics & Games equivale a ragionare con la testa in una bolla.

La distribuzione di fumetti nelle librerie italiane è già complicata. Ne abbiamo parlato già qui e qui con approfondimenti mirati e invitiamo sempre chiunque voglia conoscere meglio l’argomento a leggere questo articolo magari guardando il video annesso.

Il periodo lucchese per una libreria si traduce in:

  • Disservizio editoriale: nei mesi che precedono novembre le novità editoriali latitano, ci si scontra con un fenomeno simile a quello della risacca che precede lo Tsunami.
  • Disservizio di comunicazione: a tutti gli effetti un libraio non è in grado di dare spiegazioni al cliente che chiede perché un prodotto previsto per settembre (come comunicato dall’editore) non sia ancora stato messo in commercio. Non tutti i clienti sono tenuti a conoscere le dinamiche della distribuzione, la maggior parte di loro si limiterà a consultare gli shop online dell’editore nell’attesa che il prodotto sia disponibile e considererà il lavoro del libraio totalmente inutile. Negli anni dello shop online completamente piegato ai tempi di acquisto e consegna, che determinano a tutti gli effetti il giudizio sull’operato del lavoratore, per quei librai che ci basano il proprio stipendio è un cataclisma.
  • Disservizio distributivo pre e post fiera: i fumetti non vengono distribuiti né prima né durante il festival. Ciò che resta viene distribuito dopo. Premessa: ogni libraio che lavora con il fumetto è costretto ad ordinare le novità editoriali con 3 mesi di anticipo sulla presunta messa in commercio. Decide in base a stime personali e anche al periodo di consegna del prodotto. Cosa capita se questi prodotti vengono posticipati a fine ottobre e inizio novembre? Cosa capita se a questi prodotti si aggiungono tutte le novità editoriali portate al Lucca Comics & Games? Capita che il libraio si ritrova a dover pagare fatture non previste di gran lunga superiori alle aspettative, soprattutto non avendo lavorato nel modo migliore nei mesi precedenti per i motivi scatenanti questa situazione. Senza reso. Dovendo inevitabilmente considerare eventuali (e probabili) prodotti fallati da restituire (che bloccano in ogni caso un capitale già speso) provenienti proprio dagli stand fieristici e lavorati in fretta e furia dai distributori. Uno Tsunami appunto.
  • Mancate vendite: è ovvio che quanto più venderà l’editore/distributore tanto meno venderà una libreria. Non perché uno sappia lavorare meglio dell’altro ma perché uno (editore/distributore) ha condizioni più favorevoli se non uniche rispetto all’altro (libreria). Avere un prodotto esclusivo, decidere lo sconto da effettuare senza considerare niente e nessuno (ci sarebbe la Legge Levi che regola il mercato ma non è efficace ed efficiente), avere l’autore allo stand pronto a firmare il libro, sono armi imbattibili. Come sparare a dei pesci in un barile.

Non c’è dubbio alcuno che il bisogno di cambiare certe dinamiche sia fondamentale per la sopravvivenza del mercato editoriale. Guardare all’uovo oggi e non pensare alla gallina domani è già stato provato: non funziona.

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