Il punto della situazione: cosa ci aspetta?

Marzo è ormai alle spalle e la domanda che tutti ci stiamo chiedendo è: come torneremo a lavorare?

Non quando, ma come.

E’ fondamentale capire la differenza.

L’Italia ripartirà a scaglioni, probabilmente, tra le ultime regioni ci saranno sicuramente Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna che insieme (anche al Veneto) contribuiscono al 50% del PIL della nazione.

Oggi è previsto un “contagio zero” per metà maggio, è già sicuro un procrastinarsi delle misure restrittive fino a dopo Pasqua.

In questo quadro generale, librai, editori e distributori devono prendere delle decisioni.

Gli editori hanno riscritto i calendari relativi alle uscite delle novità, mettendo in pausa la produzione.

Distributori e librai, in maniera più o meno simile, stanno rivedendo e ponderando i propri investimenti gestionali e imprenditoriali.

A peggiorare la situazione e le previsioni economiche della filiera, ha influito in maniera determinante l’annullamento di tutti gli eventi fieristici di maggior affluenza previsti per la primavera e l’estate. Comicon, Romics, Fiera di Bologna, Fiera di Torino, Etna Comics che da sempre sono bacino di grosse vendite e conseguenti guadagni che hanno permesso di gestire un’intero settore.

Non è impossibile che anche il Lucca Comics sia rimandato a data da destinarsi. Programmare l’evento lucchese è praticamente un’utopia. Per tutti. Per chi deve prenotare e pagare stand e alloggi, per chi deve organizzare i propri investimenti e infine per chi deve vivere la fiera, i visitatori. Arrivare a novembre con restrizioni del governo a tutela dei sacrifici fatti dagli italiani per contenere il contagio è molto probabile. L’assembramento lucchese è troppo rischioso e il distanziamento sociale è reale con o senza restrizioni legali. Non è necessario aspettare che qualcuno l’annunci. Il buonsenso e la ragionevolezza ci spingono a pensare già oltre il 2020.

Alla riapertura delle attività lavorative, quindi, il libraio sarà costretto a riformulare i propri ordini e le proprie prenotazioni. Il sistema di distribuzione, nelle fumetterie, spinge a confermare gli acquisti ben due o anche tre mesi in anticipo rispetto alla reale data di pubblicazione del prodotto. In questo momento storico, operare nel rispetto dei vecchi paradigmi sarebbe un suicidio imprenditoriale. Questo è certo.

E’ fondamentale e necessaria una presa di coscienza da parte di tutti, editori, distributori e librai: è vitale lavorare tutti nella stessa direzione impegnandosi, ognuno a suo modo, e in maniera assolutamente superiore rispetto al passato per sperare di ottenere niente di più rispetto a prima della pandemia. Senza questo impegno tutti saranno destinati a rivedere i propri conti e a prendere decisioni sofferte ma inevitabili. Non si tratterà più di vendere un fumetto in più o in meno ma nel decidere di avere un dipendente in più o in meno, nel pubblicare un libro in più o in meno, nel rialzare una saracinesca in più o in meno.

Ma vanno tutti troppo piano.

 

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